Il planetario, tra l'altro, è anche uno
strumento inventato dall'uomo per riprodurre in modo realistico la volta
celeste Ma allora perchè chiamare con questo nome una mostra di architettura
dedicata all'ambiente, alla sostenibilità al verde, all'alimentazione?
Che cosa c'entra tutto questo con le stelle?
Gli antichi, gli inventori dell'architetture e
delle città, si chiederebbero invece che cosa c'entriamo noi, con il nostro
mondo contemporaneo del terzo millennio nel parlare di stelle?
E' vero; noi moderni, ci siamo distratti per
qualche secolo e da allora non abbiamo più rialzato la testa, osservato il
cielo con attenzione, casomai in qualche tardo pomeriggio siamo stati attratti
da un tramonto o da una luna romantica.
Ci sentiamo così distanti dal firmamento, e
difficilmente durante l'anno troviamo il tempo per volgere gli occhi e i
pensieri verso gli astri notturni e diurni per trarne qualche insegnamento. Le
nostre città, quelle costruite dopo gli anni cinquanta, non prevedono molti
spazi panoramici o piazze per l'osservazione della notte stellata. Eppure i
nostri avi ci hanno lasciato bellissimi centri abitati dove vivere e abitare;
sicuramente migliori dei nostri, costruiti senza armonia, natura, spazi sociali
per la vita collettiva all'aria aperta.
La
costruzione di una città prevedeva l'orientamento della stessa rispetto
ad un sistema astronomico. Quando le stelle prese a riferimento nel rito di
istituzione fondazione, ritornavano nello stesso punto in cui si trovavano
nella giornata inaugurale allora si era compiuto un ciclo e si dava inizio alle
feste e alle celebrazioni. Gli anniversari, come il capodanno della città e gli
eventi stagionali accaduti nel passaggio da un ciclo all'altro, diventavano
patrimonio storicizzato, quindi cultura e conoscenza comune . Non ci si poteva dedicare all'
agricoltura)se non si conoscevano gli effetti della luna e del sole sulle
piantagioni. Sbagliare il periodo della semina voleva dire rischiare di non
produrre il raccolto per nutrire se stessi e la propria famiglia. Anche in
altri mestieri, diventava indispensabile conoscere le costellazioni e i loro
movimenti; ad esempio il marinaio doveva sapere bene quando la luna provocava
l'alta e la bassa marea; queste competenze abbassavano il rischio di incidenti
durante la traversata e consentivano di navigare verso la meta da raggiungere o di tornare a casa . Oggi la
necessita di potenziare un rapporto armonico con la natura pone l'uomo a
considerare la volta celste ed i suoi eventi, riferimenti per creare
architetture di qualità e città integrate alle caratteristiche del proprio
l'ambiente: il clima, le stagioni, il mare, l'agricoltura.
Coscienza critica e
salvaguardia del pianeta: l'incognita
Una mostra di architettura è oggi riduttiva se
non si aprono orizzonti culturali e multidisciplinari che prendano in seria
considerazione i problemi del pianeta, delle persone e dell'economie, sempre
più distanti per impostazione di contenuto da quelle del secolo scorso.
Nell'epoca attuale parlare e progettare di architettura vuol dire poterla
collegare al sistema città di cui è parte, a sua volta inserita nel sistema
ambientale. E' necessario capire quali risorse ne consentono la sostenibilità,
chiarendo che con questo termine si intendono le attività rigenerabili nel
contesto del proprio habitat senza provocare danni all'ecosistema. Una
mentalità ancora da migliorare per noi abituati a ragionare ancora sui
parametri del consumo. Ma oggi non possiamo più permetterci di sbagliare.
Corriamo il rischio di implementare una
politica del verde in antitesi con gli stessi principi che in questi anni hanno
promosso una nuova coscienza dell'abitare il pianeta. Molti slogan
"verdi" sono oggi termini di marketing alla moda così come lo erano
altri legati al consumo delle merci e dei valori competitivi. Mentre ci
dibattiamo per costruire ambienti migliori, dal 2007 più della metà della
popolazione vive in aree urbane. Nel 1950 l'unica megalopoli era New York; nel
1985 erano già diventate 9, nel 2004 erano 19 e oggi sono 26.
Una crescita inarrestabile, dice l'ONU, che
prevede un aumento in tutti i paesi emergenti e in via di sviluppo. Non
riusciamo a districarci dalla rete della produzione edilizia e da una stanza ne
costruiamo un'altra, convinti che possa essere migliore di quella precedente
perché attratti da un consumistico senso del comfort. In questo modo abbiamo
costruito il labirinto del Minotauro. Consumiamo territorio e costruiamo
ambienti artificiali fini a se stessi. Le nostre "prigioni" ci
mostrano finestre affacciate sui rendering digitalizzati invece che prospettive
reali di scenari naturali e grandi giardini planetari.
E' necessario che dietro ogni operatività
legata alla produzione ed alla trasformazione
si tenga presente che tutti gli individui
richiedono attenzione e devono essere curati.
L'architettura e le città nascono come sistemi funzionali
alle esigenze dell'uomo e alla necessità di curare dil giardino terrestre per
procurarsi cibo e medicine e promuovere oltre al benessere materiale quello
mentale e spirituale.
Agricoltura_
Alimentazione_Architettura
Il tema dell' Expo Universale, che avrà luogo
Milano nel 2015 ha per titolo "Nutrire il pianeta; energie per la
vita". L'Italia, e non solo il capoluogo lombardo, ospiterà gli eventi
legati a questa manifestazione che, per la
prima volta dalla prima edizione del 1851, non parlerà di merci.
Un Expo soft per ripensare a questi anni in
cui l'industria, il petrolio e la finanza hanno pilotato l'evoluzione e le
scelte del mondo intero, assegnando alla modernità il compito di implementare i
consumi. L'Expo del 2015 si presenta come una grande opportunità per ripensare
al territorio, all'agricoltura, all'architettura e al design. Si può cambiare
rotta? Se in questi dieci anni siamo riusciti a costruire dal nulla le
megacittà dell'oriente è possibile con la volontà e la convinzione di tutta la
società riequilibrare parte dei danni della terza rivoluzione industriale. Come
sottolinea Jeremy Rifkin nel 2020 il 20% degli edifici in Europa dovrà essere
completamente autonomo nel consumo e nella produzione di energia. Nel 2050
l'autonomia degli edifici in Europa dovrà salire al 50%. Sono questi traguardi
per riformulare anche il rapporto tra architettura e agricoltura.
Architettura contemporanea
per programmare il cambiamento
I principi ispiratori di ogni attività umana
devono rispondere all' impellenza della situazione attuale che chiede di prendersi
cura del pianeta e dei suoi abitanti, salvaguardando il paesaggio naturale e la
produzione alimentare.
L'Architettura, quella con la A maiuscola,
dovrà tornare ad essere, come è sempre stata per millenni, fondamento per le
attività umane di difesa e di dedizione dell'ambiente integrando, al paesaggio
artificiale delle aree urbane, la natura e le attività agricole.
La mostra Planetarium, all'interno del
contesto di AAA+A, intende sollecitare alcuni principi, via via assopiti nel
secolo scorso e sostituiti da soluzioni estetiche scollegati dalla condotta
etica che hanno trovato riscontri in tutti i settori della progettazione e
delle costruzioni.
· L' architettura e la città nascono come sistemi cosmogonici per
regolare il tempo della società e seguire i ritmi delle stagionalità agrarie. Queste motivazioni convivono in parte della storia e dell'architettura
sin dall'inizio del secolo scorso. Gli orientamenti e i movimenti degli astri
sono fondamentali per comprendere le condizioni climatiche dei luoghi e
progettare architetture idonee alle specifiche necessità. L'agricoltura e
l'alimentazione sono anch'esse legate agli stessi principi.
· Riprogettare nuove città,
ristrutturare le architetture malsane dell' ultimo secolo di storia del pianeta
vuol dire riconsiderare il paesaggio agrario, escluso dalla città
contemporanea. Le scuole di architettura
e di paesaggio devono riscoprire i
veri traguardi dell'operato architettonico ripensando ai metodi e alle
tecnologie costruttive in maniera critica. Il
verde non è decoro urbano ma una funzionalità connaturata all'idea stessa di
città.
· Gli imprenditori nel settore delle
costruzioni e della produzione di materiali da cantiere dovranno riscoprire
l'importanza dell' etica nella
progettazione e fabbricazione delle merci e impegnarsi ad ideare sistemi
sostenibili in funzione degli obiettivi del costruire.
·
Non si può parlare di
sostenibilità energetica e di qualità della vita se non si prende a modello un' altro processo di sviluppo del
territorio alternativo, non più impostato sull'energia del petrolio ma
sull'energie naturali.
· I mezzi di trasporto dell'ultimo
secolo non sono adatti alla nuova
contestualizzazione richiesta dall'umanità in attesa di trasferirsi in un nuovo
pianeta
· La città è il luogo di incontro delle biodiversità: rispettiamola.
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